Non riconosciuto il reato di rapina della sciarpa ai danni del tifoso juventino e quello di violazione di domicilio per l’invasione di protesta a Zingonia. E’ arrivata lunedì 20 aprile alle 13 la sentenza per il processo agli 87 ultrà atalantini e 56 catanesi per vari episodi di violenza dal settembre 2009 ad agosto dell’anno successivo.
A partire dagli scontri tra atalantini e catanesi, appunto, del 23 settembre 2009. Si passa poi ai tafferugli con i tifosi interisti del 13 dicembre 2009. Segue la manifestazione non autorizzata davanti alla questura del gennaio 2010, con tanto di volantino contro il questore, e ancora l’aggressione al giornalista de L’Eco di Bergamo Stefano Serpellini a cui Galimberti ha rifilato una testata fuori dal tribunale. Nei reati contestati non manca anche la rapina impropria, messa a segno durante l’aggressione a un tifoso juventino, preso a cinghiate in centro a Bergamo. Per finire, quello più grave, l’assalto alla Berghem Fest di Alzano Lombardo.
Il giudice Maria Luisa Mazzola ha accolto in buona parte il quadro accusatorio del pubblico ministero Carmen Pugliese, respingendo in pratica solo due degli episodi incriminati, quello della rapina e quello dell’invasione di Zingonia.
Una condanna complessiva, per i 48 imputati bergamaschi ritenuti colpevoli, di 48 anni e 4 mesi. Oltre a vari risarcimenti economici, tra cui spiccano i 36500 euro di Claudio Galimberti, condannato a tre anni, i 60000 per i colpevoli dei fatti di Alzano e i 1500 del “sindaco vedetta” Maffi Alberto, condannato a 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. I tifosi catanesi, riconosciuti la sera degli scontri a Bergamo, sono stati condannati a multe che vanno dai 200 ai 300 euro.
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