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In contropiede

E’ giusto accontentarsi? No: l’Atalanta a Roma avrebbe potuto vincere

Il nostro Bore si tiene stretto il punto strappato ai giallorossi ma non rinuncia alla classica tirata d'orecchie: se si fosse osato un po' di più nella ripresa, all'Olimpico si sarebbe potuto conquistare il bottino pieno.

Settimana scorsa scrivevo che non sarebbe stato impossibile andare a Roma a fare punti e così è stato. Anzi, guardando l’intero arco della partita se l’Atalanta avesse osato qualcosa in più sono sicuro che avrebbe potuto portare a casa anche il bottino pieno.

Ma alla fine, va bene così, eccome se va bene, visto che la distanza dal Cesena è rimasta invariata dopo il pareggio dei bianconeri a Genova e con una partita in meno da giocare.

Le squalifiche di Cigarini e Biava hanno obbligato Reja ad operare un paio di cambi rispetto al solito, con l’inserimento di Baselli e con Masiello schierato accanto a Stendardo. Nel centrocampo a quattro, oltre a Carmona, confermati Esti e Gomez, Emanuelson (preferito a Maxi) dietro a Denis. Pronti via, e la Roma è già in vantaggio. Su un’incursione di Ljajic e passaggio in area Stendardo entra in scivolata e tocca con un braccio: giusto rigore che Totti trasforma. Siamo solo al secondo minuto e la gara parte già in salita. Nonostante questa doccia fredda, la squadra non si perde d’animo orchestrando delle buone manovre offensive, con un Baselli direttore d’orchestra in ottima giornata e Gomez ed Emanuelson che fanno entrambi vedere le loro doti tecniche. Proprio in una volata sulla destra, appena entrato in area Emanuelson si procura un calcio di rigore costringendo molto intelligentemente al fallo Astori. Il Tanque mette dentro con grande freddezza. La partita è però ancora lunga da giocare e ci si aspetta una reazione di orgoglio della Roma. Invece l’Atalanta riesce a controllare molto attentamente e con grande sicurezza la partita. Anzi, la squadra nerazzurra con ampi spazi di manovra avrebbe anche la possibilità di pervenire ad una nuova marcatura, ma forse gli uomini di Reja non ci credono abbastanza.

Nella ripresa stesso copione, con la Roma costretta ad attaccare e coperta dai fischi dei propri sostenitori ad ogni manovra non concretizzata. Dopo un quarto d’ora Reja pensa di infoltire il centrocampo inserendo Migliaccio ma lo fa al posto di un ottimo Baselli e questa mossa, a mio avviso, costringe necessariamente la squadra a chiudersi maggiormente. A quel punto penso che questo possa essere l’inizio dell’ennesimo fort apache nerazzurro e, con la Roma costretta a vincere, della conseguente sconfitta. In realtà, fortunatamente, così non è anche perché poco dopo il mister decide di buttare nella mischia Maxi facendolo subentrare a Emanuelson. Ed il piccolo argentino fornisce il suo consueto contributo di classe e intelligenza.

La Roma, pur attaccando tutto il secondo tempo, lo fa senza mai rendersi veramente pericolosa se non in un paio di occasioni (in una bravo Sportiello, nell’altra provvidenziale Migliaccio a mettere in angolo). Nel finale un affaticato Denis lascia il posto a Bianchi con il chiaro intento di tenere impegnata la difesa giallorossa. La gara finisce così.

La mia sensazione è che l’Atalanta si sia voluta accontentare del pareggio, perché in più di un’occasione ritengo che avrebbe potuto veramente provare a rischiare qualcosa in più cercando di concretizzare in modo migliore alcune manovre offensive. In merito alle prestazioni dei singoli tutti sufficienti (qualcuno ampiamente), con una nota di merito per Masiello e per Baselli.

Capitolo Dramè: continuo a sostenere che la squadra giochi con un uomo in meno, vista anche la prestazione di domenica dell’esterno senegalese. Ad agosto qualcuno deve pur aver deciso di cedere Brivio per prendere questo giocatore o no? Lo ha voluto Colantuono? O la società? Fatto sta che Brivio, pur non essendo un gran giocatore, è certamente meglio di Dramè e peraltro a Verona non gioca praticamente mai. Qualcuno si assuma la responsabilità di certe scelte. Perché la squadra si salverà, ma l’anno prossimo dovrà essere certamente un’altra musica, e per suonarla diversamente occorreranno dei diversi orchestrali.

E ora sotto con l’Empoli, prima della trasferta settimanale a Cesena che potrebbe segnare la definitiva salvezza nerazzurra.

Il Bore

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