L'Ocse, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha presentato i risultati dello studio condotto negli ultimi mesi sull'economia bergamasca. Non è solo una fotografia della situazione della provincia di Bergamo al 2015, ma indica la strada che la politica e l'imprenditoria devono seguire per rilanciare l'intera economia orobica.
“L’obiettivo di questa analisi è monitorare il progresso dall’ultima analisi e rivedere le principali sfide allo sviluppo di Bergamo nel contesto attuale, con un’attenzione speciale alla transizione verso attività di più elevato valore aggiunto e intensità tecnologica. Le forze tradizionali del modello di Bergamo non si sono dimostrate sufficienti per sostenere una crescita forte. In particolare la crescita della produttività si è appiattita sin dagli inizi degli anni 2000, e l’economia di Bergamo ha perso terreno rispetto ad altre regioni manifatturiere”.
Come uscire definitivamente dal tunnel della crisi e soprattutto tornare a crescere? “Riportare crescita e competitività dipendono dalla capacità di Bergamo di passare ad attività a maggiore valore aggiunto e tecnologia – continua l'analisi Ocse -. Una mossa in questa direzione può generare il dinamismo necessario a mantenere e migliorare l’attuale livello di reddito e standard di vita. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede azioni in svariate aree chiave che si rinforzano e integrano a vicenda. Le priorità individuate per Bergamo includono: migliorare le competenze dei lavoratori; aumentare il potenziale d’innovazione; attirare Investimenti Diretti dall’Estero e promuovere la competitività delle PMI. Per ciascuna area, l’analisi identifica aree d’azione e leve politiche. Queste leve del cambiamento devono essere applicate in modo coordinato, secondo una visione comune, per raggiungere il maggiore beneficio possibile. Ciò richiede l’istituzione di una struttura di governance a livello locale che attualmente manca”.
LO STUDIO COMPLETO
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