E’ stata una mattinata di grande tensione ad Azzano San Paolo. Nel distributore Shell della Cremasca, già tristemente famoso per la guerra iniziata dal suo gestore nel 2006 contro la compagnia petrolifera (leggi tutta la storia QUA), è andato in scena lo sfratto del proprietario, Giuseppe Effendi, colpevole di non aver voluto rinnovare con Shell "un contratto letteralmente vessatorio, che non mi dava margine di guadagno e che, al tempo stesso, mi alzava i costi di gestione".
Effendi, di fronte ai legali di Q8 (la compagnia che dal 2014 ha rilevato tutta la rete Shell), si è portato sul tetto della struttura con una corda legata al collo minacciando a più riprese di volersi buttare. Sul posto sono subito intervenuti carabinieri, polizia locale, vigili del fuoco e uomini del 118, mentre familiari, amici e semplici clienti hanno cercato di far ragionare il gestore dell’impianto. Intorno alle 15, dopo ore di tensioni, è intervenuto anche l’onorevole leghista Giacomo Stucchi.
"L’Italia è un paese in mano ai prepotenti e ai disonesti" ha urlato più volte Effendi, che è stato poi convinto a scendere per intavolare una trattativa con i legali di Shell. Trattativa che, però, non ha portato a nessuna soluzione nonostante il tentativo di intermediazione dell’ufficiale giudiziario, tant’è vero che intorno alle 13 le pompe di benzina sono state sigillate. "Sono disperato, questo distributore è tutta la mia vita – ha spiegato in lacrime Effendi -. Negli ultimi 26 anni ci ho passato tutte le mie giornate, senza mai farmi un giorno di vacanza. E’ con questa moneta che la Shell mi ringrazia? Sono sempre stato una persona onesta ma oggi ho scoperto, per l’ennesima volta, che i lavoratori e le persone perbene non hanno futuro nel nostro Paese. La situazione che sono costretto a vivere da nove anni è lo specchio di questa nostra Italia, dove le multinazionali dettano legge a tutti e trattano noi piccoli imprenditori come dei numeri". Effendi ha iniziato la sua battaglia contro Shell nel 2006, quando si è rifiutato di rinnovare il contratto propostogli: "Mi offrivano 2 centesimi di guadagno ogni litro di carburante venduto e mi imponevano l’intero carico dei costi di gestione dell’impianto, come potevo accettare una cosa simile? Significava smettere di guadagnare anche quel poco che ancora mi mettevo in tasca all’epoca, per questo ho detto no. Ma da allora – ha spiegato -, la Shell ha iniziato a farmi la guerra, a boicottarmi, a mettermi in ginocchio. Come? Lasciando l’impianto senza manutenzione per anni e imponendomi un prezzo di vendita nettamente più alto rispetto a tutta la concorrenza. Sono arrivato persino ad essere il distributore più caro di tutta la Lombardia, ovviamente contro il mio volere. E ho preso pugnalate per anni e anni: perdevo i clienti e la gente mi lasciava, la notte, dei bigliettini in cui mi sentivo dare del ladro". Ora il distributore della Cremasca, ad Azzano San Paolo, è stato chiuso. Ma Effendi ha già annunciato battaglia: "La Q8 punta a farlo diventare un self-service ma io mi batterò fino in fondo per non darla vinta a questi prepotenti"
Dal canto suo la società proprietaria dell’impianto specifica:
In merito agli articoli concernenti la vicenda dell’impianto di Azzano San Paolo gestito dal Sig. Effendi, la società proprietaria dell’impianto (KRI SpA – già Shell Italia SpA) desidera confermare la piena legittimità della propria posizione nei confronti del sig. Effendi.
Invero già dal 2008 il Tribunale di Bergamo con sentenza ordinava al Sig. Effendi la restituzione immediata dell’impianto a seguito della risoluzione del contratto per grave inadempimento da parte dello stesso Sig. Effendi.
La sentenza del 2008 è stata confermata anche dalla Corte di Appello di Brescia in data 12 marzo 2014. La società, nel corso di questo lungo contenzioso, ha sempre continuato a comportarsi correttamente, mostrando la propria disponibilità a trovare anche soluzioni transattive con il Sig. Effendi e per questo non azionando la pronuncia che già le garantiva il diritto di rientrare in possesso del proprio impianto sin dal 2008.
La Società tiene a sottolineare che con lo stesso spirito di disponibilità nella giornata di venerdì le parti in sede di rilascio alla presenza dei rispettivi legali hanno definito il contenzioso mediante accordo transattivo di reciproca soddisfazione.
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