Particolare l’iniziativa lanciata a Seriate, che per la ventiduesima volta il 10 febbraio ha indetto un concorso di poesia bergamasca. Si tratta di un progetto che ha il fine di recuperare l’uso del dialetto (simbolo di un’identità culturale e strumento per tramandare antiche eppure moderne sensibilità) che anno dopo anno tende a scomparire. "Indirlo significa diffondere un sapere e una cultura popolare che non si distingue dalla cultura alta, come alcuni pensano. Ma è altra – Ester Pedrini, assessore alla Cultura del Comune di Seriate -. Il dialetto non è sinonimo di ignoranza. Saperlo è un valore aggiunto che completa l’uso della lingua italiana. A volte un’espressione dialettale usata al momento giusto ha quella forza capace di spiegare in due parole concetti complessi. È la semplicità di parole dette con sfumature colorite e di forte efficacia, senza mancare di poesia".
Chi volesse partecipare potrà concorrere con un massimo di tre composizioni inedite che dovrà presentare in cinque copie dattiloscritte (o fotocpoie purchè chiare e leggibili) con traduzione sempre in cinque copie entro il 2 aprile all’indirizzo: “Premio di poesia Città di Seriate” presso l’ufficio cultura, piazza A. Alebardi 1 24068 Seriate (BG). All’esterno delle buste dovranno essere presenti le generalità del concorrente (nome, cognome, indirizzo completo e numero telefonico) che dovranno poi essere inserite all’interno di un’ulteriore busta. I finalisti saranno avvisati successivamente e dovranno partecipare per il ritiro del premio alla cerimonia di premiazione che si terrà sabato 16 Maggio, alle 16 all’auditorium, della biblioteca civica via Italia 58 Seriate.
Maria Pini
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