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Processo ultrà

Bocia: “Ex direttore dell’Eco mi chiese di far cadere la dirigenza Ruggeri”

L'interrogatorio fiume di Claudio Galimberti nell'ambito del processo ultrà ha regalato diversi colpi di scena. Il leader della tifoseria atalantina ha ammesso di aver preso parte agli scontri con catanesi e interisti, e di aver aggredito il giornalista Serpellini, ma anche svelato alcuni rapporti con i direttori del quotidiano bergamasco

 Ha ammesso di aver preso parte agli scontri violenti con catanesi e interisti, ma "per lealtà" non ha voluto fare nomi di altri ultrà coinvolti. Ha confermato di aver "perso la testa e di aver rotto il naso" al giornalista de L’Eco di Bergamo Stefano Serpellini per evitare che pubblicasse un articolo. Ma soprattutto, ha tirato in ballo il direttore dell’Eco del 2005 (Ettore Ongis, Ndr) che all’epoca gli avrebbe chiesto di "organizzare una mobilitazione per far saltare la dirigenza Ruggeri, in cambio di una prima pagina sul suo giornale".

L’interrogatorio fiume di Claudio Galimberti di lunedì 8 febbraio nell’ambito del processo ultrà ha regalato diversi colpi di scena. Il leader della tifoseria atalantina è stato sotto torchio per oltre sei ore di fronte al giudice Maria Luisa Mazzola, rispondendo alle domande del pubblico ministero Carmen Pugliese.

A partire dagli scontri con i tifosi del Catania a Bergamo, la sera del 23 settembre 2009: "Ricordo che era la prima partita con Conte come allenatore, eravamo tesi e volevamo accoglierlo come si deve – le parole di Galimberti – . Un paio di ore prima eravamo fuori dallo stadio e uno dei nostri, uno sfigato, mi disse che stava arrivando un pullman con i catanesi. Dalle sue parole avevo capito che erano senza scorta, per questo li raggiungemmo in via Pinetti. Scesero dal bus e iniziammo a darcele di santa ragione. Loro sono una tifoseria tosta, di quelle con gli attributi. Ma fu un combattimento leale, senza armi. Solo pugni e qualche cinghiata al massimo. A un certo punto mi accorsi che tre di loro erano a terra e quello che stavo affrontando io mi chiese di smettere. Allora ci fermammo". 

Nuovi incidenti, il 13 dicembre di quell’anno, questa volta con i tifosi interisti: "Li ho sempre odiati loro, anche perchè una volta la squadra in cui giocavo, il Bonate, fu assalita da 200 milanesi durante una trasferta a Cologno Monzese e un mio compagno venne accoltellato. Ho ancora il nervoso adesso nel raccontarlo. Il giorno di Atalanta-Inter ricordo che sfruttai un po’ Alberto Maffi (il sindaco-vedetta, LEGGI QUI) e mi dispiace perchè è un bravo ragazzo. Io sì, mi son scontrato con i tifosi interisti, lo ammetto. Li odio troppo. Sono arrivato dal distributore Erg e sul piazzale Goisis abbiamo trovato i loro pullman. Una volta finito mi assicurai che tutti i loro bus avessero lasciato la città, per evitare che se la prendessero con altri bergamaschi che non c’entravano".

Il pm Pugliese è passato poi all’episodio dell’aggressione, con tanto di testata e naso rotto, al giornalista de L’Eco di Bergamo, Stefano Serpellini, il 9 dicembre 2011, nelle vicinanze del tribunale di Bergamo"Mi spiace per come è andata quella volta, non era mia intenzione usare violenza, ma sono stato provocato – la versione di Galimberti in aula – .  Pagani, un ragazzo della Curva, era stato arrestato per droga e volevano scrivere che la cosa era collegata al tifo. Questa cosa non la accetto proprio. Serpellini mi chiese se c’entravo anche io e lì reagii male, facendo quello che sapete". 

A proposito di cronisti, il Bocia prosegue affermando di essere "stufo d’essere usato dai giornalisti" e tirando in ballo l’attuale direttore dell’Eco di Bergamo Giorgio Gandola – che peraltro si è costituito parte civile nel processo – dichiarando che gli avrebbe chiesto scusa per un articolo, prima di gettare sul tavolo un’accusa pesante all’ex direttore del quotidiano, Ettore Ongis: "Nel 2005 i giocatori atalantini non rilasciavano più interviste all’Eco su ordine della dirigenza, e loro avevano il giornale vuoto. Non andavano nemmeno a Bergamo Tv come ospiti nella trasmissione del lunedì sera. Questo perchè Ruggeri (Ivan, morto nel 2013 dopo una lunga malattia, Ndr) era incazzatissimo con loro e con un giornalista in particolare, ma non dico chi. Ce lo disse una volta a Zingonia. Ricordo che l’allora direttore (Ongis) un giorno mi chiamò e mi disse che mi avrebbe regalato la prima pagina se riuscivo con una protesta a buttar giù la dirigenza Ruggeri. Ma nessuno è mai riuscito a comprarci, nemmeno lui". 

 

Una versione che Ettore Ongis, ora direttore del sito online Bergamopost (di proprietà di Antonio Percassi, patron dell’Atalanta), interpellato da Bergamonews smentisce: "Abbiamo dedicato spesso la prima pagina agli ultrà, ma per episodi gravi, perchè erano anni in cui avvenivano spesso fatti violenti. Ricordo di aver detto a Galimberti che solo se avesse rifiutato la violenza l’avrei messo in prima pagina. Ma erano stati loro ultrà a chiedermi un incontro, per dirmi che dovevamo unire le forze perchè a causa di un uomo della dirigenza intorno alla squadra si era creato un brutto clima, e non c’era più dialogo. Gli ultrà hanno sempre odiato L’Eco di Bergamo. Quindici giorni prima che lasciassi il mio incarico da direttore, nel 2011, ci fu una contestazione sotto la nostra redazione". 

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