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Il pontefice

Appello di Papa Francesco: “Estirpare dalla Chiesa la piaga della pedofilia”

Lo ribadisce con forza Papa Francesco in una lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali e ai superiori degli istituti religiosi di tutto il mondo.

«La priorità è tutelare i minori dagli abusi, non evitare gli scandali» e non c’è posto nel ministero per coloro che abusano dei minori. Lo ribadisce con forza Papa Francesco in una lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali e ai superiori degli istituti religiosi di tutto il mondo. Il testo è stato reso noto il 5 febbraio alla vigilia della prima riunione plenaria che la Pontificia Commissione per la tutela dei minori tiene per la prima volta in Vaticano il 6-8 febbraio.

Commissione che è stata istituita dal Pontefice il 24 marzo 2014 «allo scopo di offrire proposte e iniziative orientate a migliorare le norme e le procedure per la protezione di tutti i minori e degli adulti vulnerabili». Ne fanno parte personalità altamente qualificate e note per il loro impegno in questo campo.

«Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna».

Le severe parole di Gesù in Matteo 5,29-31 sono alla base di tutto il ragionamento del Papa che ricorda il commovente incontro con sei persone che subirono abusi sessuali da sacerdoti.

«Chiedo perdono e piango con voi» disse il Pontefice in quell’incontro alla Messa delle 7 di lunedì 7 luglio 2014 nella cappella di Casa Santa Marta in Vaticano: tre uomini e tre donne di Germania, Irlanda e Regno Unito. In quella occasione – scrive oggi – «ho sperimentato l’intensità delle loro sofferenze e la solidità della loro fede, cosa che mi ha ulteriormente confermato nella convinzione che occorre continuare a fare tutto il possibile per sradicare dalla Chiesa la piaga degli abusi sessuali sui minori e aprire una via di riconciliazione e guarigione in favore di coloro che sono stati abusati».

Per questo ha costituito la Pontificia Commissione per la tutela dei minori che «potrà essere un nuovo, valido ed efficace strumento per aiutarmi ad animare e promuovere l’impegno dell’intera Chiesa, a mettere in atto le azioni necessarie per garantire la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili e dare risposte di giustizia e misericordia».

«Le famiglie – aggiunge il Pontefice – devono sapere che la Chiesa non risparmia sforzi per tutelare i loro figli e hanno il diritto di rivolgersi a essa con piena fiducia, perché è una casa sicura. Non potrà, pertanto, venire accordata priorità ad altro tipo di considerazioni, di qualunque natura esse siano, come a esempio il desiderio di evitare lo scandalo, poiché non c’è assolutamente posto nel ministero per coloro che abusano dei minori».

Quindi, meglio suscitare uno scandalo che cadere in queste nefandezze.

Occorre «vigilare con attenzione affinché si dia piena attuazione alla Lettera circolare emanata dalla Congregazione per la dottrina della fede, il 3 maggio 2011, per aiutare le Conferenze episcopali nel preparare linee-guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici. È importante che le Conferenze episcopali si dotino di uno strumento per la revisione periodica delle norme e per la verifica del loro adempimento. Al vescovo diocesano e ai superiori maggiori dei religiosi spetta il compito di verificare che nelle parrocchie e nelle altre istituzioni della Chiesa venga garantita la sicurezza dei minori e degli adulti vulnerabili». Inoltre diocesi e istituti religiosi «sono esortati a individuare programmi di assistenza pastorale, che potranno avvalersi dell’apporto di servizi psicologici e spirituali. I pastori e i responsabili delle comunità religiose siano disponibili all’incontro con le vittime e i loro cari: si tratta di occasioni preziose per ascoltare e per chiedere perdono a quanti hanno molto sofferto».

Per tutti questi motivi, il Pontefice chiede ai presidenti delle Conferenze episcopali e ai superiori degli istituti religiosi «la collaborazione piena e attenta con la Commissione per la tutela dei minori», il cui lavoro comprende «l’assistenza a voi e alle vostre Conferenze, attraverso il reciproco scambio di “prassi virtuose” e di programmi di educazione, formazione e istruzione per quanto riguarda la risposta da dare agli abusi sessuali. Ci aiuti Maria Santissima, Madre della tenerezza e della misericordia a compiere con generosità e rigore il nostro dovere di riconoscere umilmente e di riparare le ingiustizie del passato e a essere sempre fedeli al compito di proteggere coloro che Gesù predilige». Nella Pontificia Commissione ci sono i rappresentanti delle diverse situazioni geografiche e culturali.

Sono 17 membri in rappresentanza dei 5 continenti, rappresentanza interdisciplinare con competenze in psicologia, psichiatria, pedagogia, ricerca sociale, morale, teologia, diritto. Questa la composizione della Commissione. Cardinale Seán O’Malley, presidente; mons. Robert Oliver (Stati Uniti), segretario; don Luis Manuel Ali Herrera (Colombia); dr. Catherine Bonnet (Francia); Marie Collis (Irlanda); dr. Gabriel Dy-Liacco (Filippine); prof. Sheila the baroness Hollisns (Gran Bretagna); Bill Kilgallon (Nuova Zelanda); sr. Kayula Gertrude Lesa (Zambia); sr. Hermenegild Makoro (Sud Africa); Kathleen McCormack Am (Australia); dr. Claudio Papale (Italia); Peter Sauders (Gran Bretagna); hon. Hanna Suchocka (Polonia); dr. Krysten Winter-Green (Stati Uniti); gesuita dr. Humberto Miguel Yáñez (Argentina); gesuita dr. Hans Zollner (Germania).

A parte il presidente, che è l’arcivescovo di Boston, ci sono 8 uomini e 8 donne, di cui due religiose.

Dei 9 uomini 5 sono sacerdoti e 4 laici. Tra i membri ci sono due che sono state vittime di abuso, la signora irlandese Mary Collins e l’inglese Peter Saunders. Merita ricordare che il Vaticano risponde legalmente solo su fatti che avvengono nel proprio territorio e non è competente su crimini commessi dal clero nei vari Paesi; non è tenuto a parlare dei procedimenti canonici che hanno linee e caratteristiche distinte dalla legislazione civile. La ragione è semplice: vescovi, preti, diaconi, religiosi e religiose non sono «dipendenti» del Vaticano ma sono collegati alle Chiese locali o alle Congregazioni religiose.

Gli avvocati statunitensi, una vera e propria casta, considerano il Vaticano una multinazionale, sono smaniosi di portare in tribunale il Papa e la Chiesa e sono sempre a caccia di pingui risarcimenti. Sui singoli crimini commessi dal clero – vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose – sono competenti le autorità nazionali perché sono, come tutti, soggetti alle leggi degli Stati. Il 23 settembre 2014 il promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha arrestato l’ex nunzio mons. Józef Wesołowski.

Al prelato furono notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana».

Pier Giuseppe Accornero

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