La giunta regionale lombarda ha approvato la bozza di riforma della sanità con l’astensione però degli assessori in quota al Nuovo centrodestra, che non concordano su alcuni punti della riforma come la penalizzazione del sistema dei privati convenzionati.
Nell’esecutivo guidato da Roberto Maroni è avvenuto un piccolo "scontro" su un emendamento – proposto dall’assessore alla sanità Mario Mantovani di Forza Italia – per introdurre l’obbligo di autorizzazione della Regione alle operazioni di vendita del "patrimonio disponibile" delle fondazioni ospedaliere.
L’emendamento è stato bocciato dalla Giunta. In pratica attualmente (e – vista la bocciatura dell’emendamento – anche in futuro) le fondazioni ospedaliere possono alienare senza autorizzazione i terreni e i fabbricati, mentre è necessaria l’autorizzazione solo per il "patrimonio indisponibile" (macchinari ospedalieri e simili).
I principi cardine restano la libertà di scelta, la competitività tra strutture pubbliche e private e la centralizzazione degli acquisti.
Nasce un’agenzia regionale (Ats, Agenzia per la tutela della salute) da cui dipendono le Assl (Articolazioni socio-sanitarie locali), che vanno a sostituire le Asl e che si occupano di regolare i contratti con gli operatori pubblici e privati (Aisa, Aziende integrate per la salute e l’assistenza, che assorbiranno le Aziende ospedaliere).
Ciascuna Assl avrà un bacino d’utenza di almeno un milione di abitanti, con alcune eccezioni (per esempio l’Assl Valtellina-Valcamonica). Ogni Assl, sempre con qualche eccezione, avrà un bacino di almeno 400 mila abitanti.
Il top management (direzioni generali e direzioni sanitarie) verrà scelto attraverso "cacciatori di teste": la giunta regionale incaricherà di volta in volta società specializzate nella ricerca dei dirigenti e sceglierà da elenchi appositamente predisposti da queste società esterne.
Il Nuovo centrodestra non ha votato la bozza. "La riforma, così scritta, impedirebbe al sistema di curare i lombardi con la stessa qualità con cui sono stati curati fino ad oggi", ha dichiarato Alessandro Colucci, coordinatore regionale Ncd. "A noi interessa che i lombardi siano curati bene e possano scegliere dove farlo. La bozza replica modelli già falliti in altre regioni", ha concluso".
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