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Il giudizio

“Il museo donizettiano? Come un negozio di antiquariato strapieno” fotogallery

Rainer J. Beck, titolare di un’agenzia turistica di Monaco di Baviera, scrive una lettera in cui descrive Bergamo e il suo amore per la città di Donizetti. Ma al Museo Donizettiano riserva un giudizio fortemente negativo: "I magnifici reperti sono ancora esposti in uno spazio ristretto come in un negozio di antiquariato strapieno. In tutto il mondo non ho mai visto un museo per musicisti così: messo insieme senza amore".

Rainer J. Beck, titolare di un’agenzia turistica di Monaco di Baviera, scrive una lettera in cui descrive Bergamo e il suo amore per la città di Donizetti. Ma al Museo Donizettiano riserva un giudizio fortemente negativo. Pubblichiamo il testo integrale della lettera.

 

Gentile Direttore,

sono tornato ancora una volta a Bergamo, con gli ospiti della mia società per il “Bergamo Musica Festival” Gaetano Donizetti il 27 settembre 2014 al Teatro Sociale e il 28 al Teatro Donizetti, e questo soggiorno mi offre l’opportunità di scrivere queste righe.

Da 44 anni organizzo, a livello internazionale, viaggi teatrali e musicali di gruppi e sono stato il primo al mondo, ad intraprenderli a livello professionale. Nei 29 Paesi che ho visitato e visito con i miei ospiti, l’Italia – terra della musica – aveva ed ha, ovviamente, una posizione privilegiata.

Credo non ci sia un altro organizzatore al mondo che, con i suoi ospiti, visiti nel Vostro paese oltre 120 teatri d’opera e più di altri 100 luoghi con rappresentazioni musicali come sale da concerto, chiese, palazzi e musei musicali.

La città di Bergamo, semplicemente unica ed insuperabile, mi ha attratto col suo incantesimo già a metà degli Anni Settanta ed è stato quindi per me naturale interessarmi anche allo storico Teatro Donizetti.

 

 

Il mio primo viaggio ebbe luogo dall’11 al 13 novembre 1977 e, in quell’occasione, i miei ospiti assistettero all’opera "Rigoletto" con Rosseta Pizzo, Vittorio Terranova e Antonio Salvador. Nei decenni successivi ho notato come si lavorasse sempre più intensamente alla valorizzazione delle opere di Gaetano Donizetti. Così, questo festival si è sviluppato in modo tale da rappresentare una grande ed unica opportunità, una vera “Mecca” per gli amici di Do- nizetti che non trovano da nessuna altra parte qualcosa di simile.

Da parte mia vengo a Bergamo con i miei ospiti per gli spettacoli d’opera da 38 anni.

Ci sono tanti eventi/festival dedicati ai compositori. Penso, per esempio, al Festival Beethoven di Bonn, al Festival Bruckner di Linz, al Festival Mozart di Rovereto ed altri. Ma, spesso nei programmi ci sono poche opere di questi compositori.

Non è raro che si trovi solo il 20% al 40% del compositore, il resto sono contemporanei o, a volte, pessime “prime” esecuzioni lontanissime dall’epoca del compositore.

Proprio a tal proposito il Festival Donizetti a Bergamo costituisce una vera grande eccezione, perché Voi rappresentate del “Vostro” compositore non solo le opere famose, ma vi prendete cura – lavorando eccellentemente – anche delle opere meno note di questo grande maestro.

Bergamo è sempre stata unanimemente apprezzata, non solo in Italia ma nel mondo intero per molti dei suoi grandi protagonisti. Pensiamo, in campo religioso, a come onoriamo il Santo Papa Giovanni XXIII, pensiamo alle belle arti, di cui Manzù è uno dei grandi esponenti, pensiamo allo sport, non dimentichiamo Felice Gimondi e così via.

Ma, come onora la città il suo Donizetti? Parliamoci chiaro, anche altri Paesi (Germania compresa) risparmiano notevolmente nei riguardi della cultura mentre per molte altre cose – spesso senza esitare – si spendono un sacco di soldi. Ma non dovremmo guardarci anche indietro e prendere in considerazione quello che ci è stato lasciato dai secoli precedenti?

Naturalmente, il progresso tecnologico è importante, ma solo con esiti positivi? Che ne sarebbe del Vostro paese, se non avesse il ricco patrimonio artistico di molti secoli? Malgrado gli imponenti e abili sforzi dell’eccellente direzione dei due teatri d’opera da parte del Direttore Artistico, Maestro Francesco Bellotto, la città dimentica il Vostro grande compositore.

 

 

Proprio a questo tesoro non viene data la dovuta attenzione. Ho appreso, che il Museo Donizetti deve rimanere nel palazzo dell‘Opera Pia Misericordia Maggiore per il vincolo della donazione della preziosa collezione da parte della Baronessa Giovanna Rota Ginevra Scotti Basoni.

Mi hanno detto inoltre che da tempo il Conservatorio è stato trasferito altrove e, per quanto mi risulta, sono rimasti liberi dei locali in questo palazzo. Ma i magnifici reperti sono ancora esposti in uno spazio ristretto come in un negozio di antiquariato strapieno.

In tutto il mondo non ho mai visto un museo per musicisti così: messo insie- me senza amore! Permettetemi a questo punto – e lo dico sinceramente e con spirito costruttivo – i leader/gli amministratori della città di Bergamo dovrebbero prendere in considerazione di riservare al loro grande Figlio, che è conosciuto e amato in tutto il mondo, un museo più bello.

Così si potrebbe aggiungere un’altra maglia, importante e preziosa alla catena dei grandi Bergamaschi.

Anni di splendida amicizia mi legano alla Signora Chiara Gambirasio. Raramente ho conosciuto una guida turistica così brava e preparata nella storia dell’arte, che pubblicizza la sua città con tanto fascino, una benedizione per il turismo a Bergamo.

Dopo il grande successo del fortunato viaggio di settembre sarò a Bergamo a novembre per un ulteriore viaggio, perché mi risuonano nell’orecchio le belle parole della signora Chiara "Bergamo ist eine Stadt, in der man bleiben möchte, auch wenn man in seiner Heimat erwartet wird" “Viva Bergamo, viva Donizetti“!

Internationale Theater- & Musikreisen

Rainer J. Beck

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