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Bergamo

Camera di Commercio I dipendenti dichiarano lo stato di agitazione

I 109 dipendenti della Camera di Commercio di Bergamo hanno dichiarato lo stato di agitazione, manifestando la propria preoccupazione per il futuro occupazionale e professionale in seguito alla riforma della Pubblica Amministrazione che prevede l'abolizione del diritto annuale e il trasferimento del Registro Imprese al Ministero dell'Industria e dello Sviluppo Economico.

Si apre lo stato di agitazione alla Camera di Commercio di Bergamo: i lavoratori hanno preso la decisione all’unanimità mercoledì 15 ottobre, manifestando così tutta la propria preoccupazione per il futuro occupazionale e professionale.

“Con la presente la RSU della CCIAA di Bergamo e i rappresentanti di F.P. CGIL, CISL FP e di USB di Bergamo – si legge nel documento emesso in data 16 ottobre – a seguito della votazione unanime dell’assemblea dei dipendenti della CCIAA, tenutasi il giorno 15 ottobre, favorevole alla dichiarazione dello stato di agitazione, chiedono l’attivazione della procedura di conciliazione prevista dall’art. 2 comma secondo della legge 146/90 così come modificato dalla legge 83/2000.

La dichiarazione dello stato di agitazione riguarda l’art.9 del DDL di riforma della Pubblica Amministrazione che prevede abolizione del diritto annuale ed il trasferimento del Registro Imprese dalle CCIAA al Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico.

In merito a tale previsione i lavoratori della CCIAA di Bergamo, la RSU e le citate Organizzazioni Sindacali territoriali manifestano:

– la forte preoccupazione circa il futuro occupazionale e professionale dei lavoratori (solo a Bergamo sono 109 dipendenti camerali con l’aggiunta di circa una trentina di dipendenti operanti nell’indotto camerale);

– la convinzione che il contributo del sistema camerale nell’erogazione di importanti servizi quale quello della gestione del registro delle imprese, svolto in favore dei cittadini e delle imprese bergamasche, articolato e radicato sul territorio, non possa esser cancellato, ne che tali compiti possano essere trasferiti al M.I.S.E. senza gravi ripercussioni per il sistema produttivo bergamasco;

– la certezza che al Paese non serva sacrificare investimenti, professionalità, anni di lavoro, per varare una riforma che rischia di dissipare patrimoni informativi e rilevanti iniziative per il rilancio economico e il sostegno alla competitività imprenditoriale bergamasca.

Siamo disposti, dunque, a contribuire al cambiamento dell’Italia come intende fare il Governo, migliorando i servizi e le attività svolte ma riteniamo profondamente sbagliato pensare che questo possa avvenire svuotando di risorse e di competenze le Camere di Commercio, distruggendo la professionalità acquisita in anni di servizio.

Professionalità che costituisce ‘un patrimonio irrinunciabile’ per il progresso del Paese. Per questo, l’assemblea dei lavoratori della Camera di Commercio di Bergamo, tenutasi il 15 ottobre, ha votato all’unanimità lo stato di agitazione del personale che sarà revocato solo in caso di significative modificazioni del contenuto dell’articolo 9 del disegno di legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione”.

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