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Il caso

Lo sfogo di Livaja: “Italiani bastardi”, poi si scusa: “Perso la testa”

"Vieni in Croazia con me, italiani bastardi", e ancora "Speriamo, merde": i commenti del giocatore su Facebook in risposta alle critiche dei tifosi atalantini dopo il battibecco in Atalanta-Verona. In serata le scuse.

"Vieni in Croazia con me, italiani bastardi", e ancora "Speriamo, merde". Sono solo alcuni dei commenti di Marko Livaja sulla propria pagina Facebook in risposta alle critiche dei tifosi atalantini dopo il battibecco durante Atalanta-Verona di sabato pomeriggio.

Al momento della sostituzione l’ha sostituito, l’attaccante croato in prestito dall’Inter aveva prima fatto un gesto a tutto lo stadio e poi si era rivolto in malo modo ad alcuni sostenitori dietro la panchina, rivolgendo loro parole poco simpatiche e il gesto di fare silenzio. Tanto che per calmarlo e farlo tornare a sedere in panchina era dovuto intervenire l’amico Giuseppe Di Luca.

Dopo la partita, come spesso accade, la diatriba era proseguita su Facebook, con una serie di post dei tifosi nerazzurri che criticavano, anche in modo duro, l’atteggiamento del loro numero 7. Osservazioni mal digerite da Livaja, che ha reagito con commenti pesanti quali "Vieni in Croazia con me, italiani bastardi", e ancora "Speriamo, merde".

Un caso che ora rischia diventare un macigno per l’Atalanta. E’ probabile infatti che martedì a Zingonia, alla ripresa degli allenamenti, gli stessi tifosi nerazzurri si presenteranno fuori dai cancelli per chiedere più rispetto al giocatore e un intervento della società.

E pensare che quella contro il Verona, avrebbe potuto essere la partita della riscossa per Livaja, schierato a sorpresa titolare da Colantuono. E invece, dopo 52 minuti negativi ma non disastrosi, si è trasformata in quella della definitiva rottura, dopo le numerose livajate dei mesi scorsi. 

 

Nella serata di domenica, il giocatore ha scritto, sempre sul suo profilo Facebook, un post di scuse: 

"Scrivo queste poche righe per scusarmi con tutti quelli che si sono sentiti offesi, ma ho perso la testa nei confronti di quei pochi tifosi che hanno pesantemente offeso mia madre. Pochi "razzisti" che mi hanno chiamato zingaro con insulti ancora più gravi legati anche alla mia nazionalità. Mi auguro di non avere più queste reazioni, ma spero anche di essere criticato solo per le mie prestazioni sul campo. Colgo l’occasione per fare a tutti gli auguri di una serena Pasqua.

Marko Livaja"

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