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La polemica

Spot sulla malasanità, guerra tra medici e legali: “Avvocati avvoltoi”

Prosegue il botta e risposta tra i medici e gli avvocati in seguito ad uno spot pubblicitario in cui il gruppo di legali “Obiettivo risarcimento”, invitava i famigliari di vittime di casi di malasanità a “reclamare ciò che gli spetta”. L’associazione dei medici accusati di malpractice ingiustamente: “Per alcuni i medici sono prede gustose”.

Tra medici e avvocati ormai è guerra. Non si placano le polemiche tra Amami, l’associazione medici accusati di malpractice ingiustamente e “Obiettivo risarcimento”, gruppo formato da avvocati e medici legali autore di uno spot che invitava i parenti di pazienti vittime di casi di malasanità a “reclamare ciò che gli spetta”.

Precisamente, lo spot dei legali, diffuso a gennaio, affermava: “Se sei vittima di un caso di malasanità hai 10 anni di tempo per reclamare quello che ti spetta. Chiamaci, uno staff sarà a tua disposizione a zero anticipi e a zero rischi”. La risposta dei medici, però, non si è fatta attendere ed è arrivata appena qualche settimana dopo le polemiche per la pubblicità televisiva che invita a denunciare i loro errori: lunedì 24 febbraio, in occasione di un covegno realizzato con il patrocinio del ministero della sanità, l’Amami ha presentato un video in cui i camici bianchi vengono rappresentati come “vittime gustose” per avvoltoi.

Nello spot di Amami, la voce fuori campo evidenzia: “Per alcuni i medici sono prede gustose. Questa gente sta lì, in attesa, pronta a gettarsi sul medico che non ha saputo fare miracoli. Si approfitta della buona fede dei pazienti promettendo un facile arricchimento con cause milionarie”.

È facilmente possibile immaginare che gli avvoltoi in questione siano proprio gli avvocati. I legali, dunque, si sono riconosciuti nella metafora del rapace e, martedì 25 febbraio, il consiglio nazionale forense ha avviato una formale diffida per ottenere il ritiro dello spot e ha chiesto al ministero della salute di prendere le distanze dal video. Riservandosi di procedere in tutte le sedi penali e civili, il Consiglio Nazionale Forense, in una nota, ha puntualizzato: “È di assoluta evidenza la volgarità dell’oeprazione diffamatoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei cittadini”.

L’associazione dei medici accusati di malpractice ingiustamente, infine, ribatte: “Amami chiede scusa a chi si è sentito offeso dal nsotro spot, che con una metafora descrive il clima di pressione in cui lavorano i medici, gli unici che hanno diritto a offendersi e ai quali siamo disposti a chiedere scusa sono i volatili”.

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