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Vaticano

L’autunno caldo e le riforme volute da Papa Francesco per cambiare la Chiesa

Si apre con oggi una settimana fitta di impegni e una stagione cadenzata di appuntamenti che segnano l'autunno caldo delle riforme per delineare la Chiesa secondo le indicazioni di Papa Francesco.

di Pier Giuseppe Accornero

Papa Francesco sta mettendo sulla rampa di lancio la riforma della Curia romana ed è atteso da una settimana di fitti impegni.

CATECHISTI, COLONNA PORTANTE

Dedica il sabato e la domenica ai catechisti, la colonna portante dell’attività ordinaria della Chiesa. Nel mondo sono un esercito, 3 milioni e 125.235: nelle Americhe 1 milione e 850.197 mila; in Europa 554.219; in Africa 400.834; in Asia 303.807 (non ci sono statistiche per Cina e Corea del Nord); in Oceania 16.178. Se non ci fosse la presenza preponderante delle donne che aiutano i sacerdoti nella catechesi, si rischierebbe di chiudere tante parrocchie. L’evangelizzazione e la catechesi sono l’asse portante della riforma più generale della Chiesa che ha in animo Papa Francesco. A Roma sono in svolgimento gli Stati generali della catechesi con un congresso internazionale con 1.600 partecipanti di 104 delegazioni da 50 Paesi. Per essi domenica il Papa celebra la Messa in piazza San Pietro.

GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II SANTI

Lunedì 30 settembre nel Palazzo Apostolico, presieduto da Papa Francesco, ci sarà il Concistoro dei cardinali per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Due le alternative domenica 8 dicembre 2013, solennità dell’Immacolata Concezione, o 27 aprile 2014 prima domenica dopo Pasqua.

RIUNIONE DEL G8 DEI CARDINALI

Sotto la presidenza del Papa lavora per tre giorni, il 1°-3 ottobre, il gruppo di cardinali istituito «per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica “Pastor bonus” sulla Curia Romana». I cardinali sono: l’unico italiano Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, ente che formalmente non fa parte della Curia; Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago (Cile), che è stato vicepresidente dell’episcopato latinoamericano; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India), segretario dell’episcopato dell’Asia; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco (Germania), presidente degli episcopati della Comunità europea (Comece); Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), che fu presidente del Sinodo dell’ottobre 2012 «La nuova evangelizzazione»; il cappuccino Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston (Stati Uniti d’America); George Pell, arcivescovo di Sydney (Australia); il salesiano Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), membro della Segreteria generale del Sinodo e coordinatore del gruppo. Segretario è mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, che fu segretario speciale del Sinodo 2001.

NON UN CONSIGLIO DELLA CORONA

Non un «consiglio della corona» – come sostengono molti media – ma un gruppo di consiglieri accomunati da tre elementi comuni. 1) Escluso Bertello, sono tutti pastori di grandi diocesi ai quattro angoli della Terra; 2) hanno svolto o svolgono ruoli importanti nei rispettivi episcopati continentali; 3) hanno esperienza di Sinodo, anche se questo Consiglio è cosa nuova. Nel 1988 Giovanni Paolo II organizzò la Curia in cinque grandi settori: Segreteria di Stato, con un ruolo centrale e preminente, cosa che ha creato molti maldipancia nelle alte sfere vaticane; Congregazioni; Tribunali ecclesiastici; Pontifici Consigli; uffici e organismi.

INFORMAZIONI CON IL CONTAGOCCE

Lunedì briefing di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ma ha subito messo le mani avanti: «È bene tener presente che il gruppo è costituito per offrire consigli al Papa e non per prendere decisioni proprie, che si tratta di una prima riunione, a cui ne seguiranno altre, e che i partecipanti si atterranno a criteri di riservatezza circa i contenuti delle consultazioni». TUTTI DA SAN FRANCESCO – Venerdì 4 ottobre andranno tutti, Papa Francesco e gli 8 cardinali, ad Assisi per la festa di San Francesco al quale Papa Bergoglio si ispira con il suo stile semplice, umile, povero. RIFORMA ECONOMICA-BANCARIA – Ha cominciato dalle materie economico-bancarie e organizzative, quelle che negli ultimi mesi di Benedetto XVI hanno creato maggiore conflittualità, incomprensioni e veleni, scandali e polemiche: dallo Ior (un arresto e due dimissioni eccellenti) alla fuga di notizie (del maggiordomo), dalle accuse agli ecclesiastici di pedofilia all’evasione dall’Imu. Evasione fiscale che non c’è stata perché il bilancio 2012 si è chiuso con un attivo di 2,2 milioni di euro nonostante l’aumento di 5 milioni di euro per le tasse pagate sugli immobili. Pensa a una riorganizzazione che risparmi uomini e risorse e semplifichi enti e organismi.

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI

Ha varato una riforma penale all’insegna de «La legge è uguale per tutti», principio universale che in Italia i berlusconiani non accettano. Le leggi penali si applicano indistintamente a tutti: cardinali, vescovi, monsignori, responsabili e dipendenti della Curia, istituzioni ed enti collegati, persone giuridiche, diplomatici. Sono perseguibili i reati, anche se commessi fuori dei confini vaticani. Ha intensificato il contrasto al riciclaggio del denaro sporco, al finanziamento del terrorismo e delle armi di distruzione di massa: «Oggi il bene comune è sempre più minacciato dalla criminalità transnazionale e organizzata, dall’uso improprio del mercato e dell’economia, dal terrorismo. È quindi necessario che la comunità internazionale adotti idonei strumenti che permettano di prevenire e contrastare la criminalità, favorendo la cooperazione giudiziaria internazionale».

QUALI CRITERI? L’INTERVISTA RIVELATRICE

I criteri ai quali si ispirerà la riforma sono stati illustrati nella storica intervista che ha rilasciato al direttore de «La Civiltà Cattolica», padre Antonio Spadaro, a Santa Marta, un colloquio durato sei ore il 19, 23 e 29 agosto. 1) Chiesa madre e pastora: «Sogno una Chiesa madre e pastora. I ministri devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnarle come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il prossimo. 2) Per le riforme serve tempo: «Molti pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo, invece c’è bisogno di tempo e discernimento per porre le basi di un cambiamento vero ed efficace. A volte il discernimento sprona a fare subito: è accaduto anche a me in questi mesi e io diffido delle decisioni prese in maniera improvvisa e della prima cosa che mi viene in mente. Devo attendere, valutare interiormente, prendere il tempo necessario». 3) Decisionista ma non di destra. Ricorda che, quarant’anni fa con la dittatura militare in Argentina, «il mio governo nella Compagnia di Gesù all’inizio aveva molti difetti. Mi sono trovato provinciale molto giovane, 36 anni: una pazzia. Bisognava affrontare situazioni difficili, e io prendevo decisioni in maniera brusca e personalista. Il mio modo autoritario mi ha portato seri problemi e all’accusa di essere ultraconservatore. Ho vissuto una grande crisi interiore ma non sono mai stato di destra. Era il mio modo autoritario di prendere decisioni a creare problemi». 4) Grande fiducia nei collaboratori: «Quando affido una cosa a una persona, mi fido totalmente: deve fare un errore davvero grande perché la riprenda». 5) Consultazioni reali e non formali: «Da arcivescovo di Buenos Aires ogni quindici giorni facevo una riunione con i sei vescovi ausiliari, varie volte l’anno con il Consiglio presbiterale. Si ponevano domande e si apriva la discussione. Questo mi ha molto aiutato a prendere le decisioni migliori. Alcune persone mi dicono: “Non si consulti troppo, decida”. Credo invece che le consultazioni, reali e non formali, siano molto importanti. I Concistori e i Sinodi sono importanti per rendere vera e attiva la consultazione, ma bisogna renderli meno rigidi nella forma». 6) Decisione condivisa: «La Consulta, il gruppo di 8 cardinali, non è una decisione solo mia ma è frutto della volontà dei cardinali, espressa nelle congregazioni prima del Conclave. Voglio che sia una Consulta reale, non formale». 7) Così la Curia – «I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei vescovi, delle Chiese particolari e delle Conferenze episcopali. Se non bene intesi, corrono il rischio di diventare organismi di censura. È impressionante vedere le denunce di mancata ortodossia che arrivano a Roma: questi casi devono essere studiati dalle Conferenze episcopali, alle quali può arrivare un valido aiuto da Roma». 8) Collegialità e primato: «Si deve camminare insieme: la gente, i vescovi, il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli e forse è il tempo di mutare il metodo del Sinodo, perché l’attuale mi sembra statico. Questo avrà anche un valore ecumenico con gli ortodossi, dai quali imparare il senso della collegialità episcopale e la sinodalità».

NOMINE E CONFERME

Il nuovo Segretario di Stato Pietro Parolin entrerà in carica il 15 ottobre. Due le nomine forti. Ha spostato il cardinale Mauro Piacenza, un fior fiore di conservatore, dalla Congregazione del clero al ruolo (inoffensivo) di penitenziere maggiore: dei sacerdoti di tutto il mondo si occuperà l’arcivescovo Beniamino Stella; ha messo l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri nel ruolo strategico di segretario generale dei Sinodo, che vuole rinnovare sulla base del principio: il Papa associa i vescovi nel governo della Chiesa universale.

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