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San paolo d'argon

Agronomia, 5 licenziate Anche la sindacalista Cgil “Un atto punitivo”

All’Agronomia di San Paolo d’Argon sono state consegnate le lettere di licenziamento a cinque lavoratrici, tra le quali anche la rappresentante sindacale della Flai Cgil. La categoria denuncia: “Atto punitivo e discriminatorio: chiediamo la sospensione del provvedimento”. Agronomia denuncia la sindacalista: "Infondato parlare di atto punitivo".

Le lettere di licenziamento sono arrivate giovedì: sono state consegnate a cinque lavoratrici di Agronomia Scarl, tra di loro, anche la Rappresentante Sindacale della Flai Cgil, nominata ad aprile. Nell’azienda di San Paolo d’Argon, specializzata nella produzione e confezionamento di insalata di IV gamma, era stata aperta una procedura di mobilità il 9 agosto scorso. La procedura si è poi conclusa con un mancato accordo.

“Quello che è accaduto è un grave atto discriminatorio” ha commentato Francesca Seghezzi, segretario generale provinciale della Flai Cgil. “Riteniamo questi licenziamenti un atto punitivo per aver iniziato, all’interno dell’azienda, una battaglia per ottenere i diritti garantiti dal Contratto nazionale e da quello provinciale della categoria e, in sostanza, per difendere la dignità di questi lavoratori”.

Alla fine di luglio il Tribunale del Lavoro di Bergamo aveva imposto ad Agronomia il reintegro di un lavoratore licenziato nel 2012. L’azienda era stata anche condannata al pagamento delle mensilità perdute.

Lo stesso pomeriggio in cui la sentenza del Tribunale venne diffusa, l’azienda ci comunicò l’apertura della procedura di mobilità” continua Seghezzi. “Dunque, impegnarsi per la tutela del diritto contrattuale sembra, ancora nel 2013, motivo sufficiente per attirare le attenzioni ‘particolari’ di certi imprenditori”.

“L’azienda, con la scusa della crisi, colpisce con un licenziamento collettivo cinque donne, madri di famiglia, tra cui la Rsu” aggiunge Valentino Rottigni della segreteria provinciale Flai Cgil. “Le lavoratrici erano assunte con contratti a tempo indeterminato e avevano una maturata anzianità e professionalità. D’altra parte, Agronomia impiega con profitto molti lavoratori avventizi e a tempo determinato: nelle scorse settimane diversi di loro hanno visto rinnovato il proprio contratto a termine. Come se non bastasse, l’azienda è fra le realtà che hanno chiesto alla Camera di Commercio contributi per l’assunzione o la stabilizzazione di giovani”.

L’azienda aveva motivato l’apertura della mobilità con la dismissione di una macchina per il confezionamento meccanico dell’insalata: “Questo non giustifica gli esuberi, in considerazione della completa fungibilità delle lavoratrici su mansioni equivalenti alle quali, peraltro, erano già adibite da alcuni mesi” conclude Rottigni. “Ecco perché parliamo di una procedura pretestuosa e discriminatoria. La Flai Cgil chiede, dunque, il ritiro immediato dei licenziamenti, il rispetto dei diritti contrattuali e della dignità dei lavoratori, il riconoscimento della rappresentanza sindacale”.

1° Novembre

Al settimanale L’Espresso Agronomia s.p.a. comunica di aver avviato un procedimento in sede penale nei confronti di Francesca Seghezzi, segretario generale provinciale della Flai-Cgil di Bergamo, in conseguenza, spiega il presidente Giovanni Maria Varriale "di affermazioni diffamatorie e inesatte rilasciate da parte della sindacalista e riportate a più riprese a mezzo stampa".

Circa la notizia del licenziamento di cinque lavoratrici, rispetto al quale la sindacalista asserisce che “si era trattato di un atto punitivo”, Agronomia s.p.a. "sottolinea l’infondatezza di tale affermazione, avendo da sempre prestato il massimo impegno nel riconoscere la dignità ad ogni lavoratore, come dimostrato dal ruolo attivo nella lotta al caporalato a fianco della Flai-Cgil di Lecce".

Bergamonews seguirà e darà conto dell’evolversi di questa vicenda.

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