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In confindustria

Benessere e salute “Riorganizzare l’ufficio può dare spinte innovative”

La crisi incombe ma molte aziende non rinunciano agli investimenti su salute e benessere aziendale: a Confindustria Bergamo un seminario sul progetto Workplace Health Promotion ha sottolineato come anche la semplice riorganizzazione dell’ufficio possa aumentare la creatività dei dipendenti.

Nonostante la crisi, sono numerose le aziende che decidono di continuare a investire sulla salute e il benessere aziendale. A dicembre le imprese bergamasche aderenti alla rete Whp, Workplace Health Promotion, erano 34 e una quindicina aveva avviato il processo di accreditamento.

I progetti spaziano su sei ambiti: l’aiuto a smettere di fumare, interventi qualitativi e di sensibilizzazione sull’alimentazione, sulla promozione dell’attività fisica, la prevenzione di incidenti stradali e mobilità sostenibile, la lotta all’abuso di alcol, il benessere personale e sociale.

E il percorso continua, con aggiornamenti del manuale e della pianificazione degli interventi , che saranno completati entro alcuni giorni, come hanno annunciato Marco Cremaschini e Roberto Moretti, medici dell’Asl che seguono il progetto, in un seminario a Confindustria Bergamo. L’aggiornamento tiene conto anche delle novità legislative, illustrate da Stefano Malandrini, responsabile del Servizio sindacale di Confindustria Bergamo, in particolare i consistenti finanziamenti regionali a sostegno di azioni di welfare aziendale. C’è poi il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, non ancora pubblicato, per le agevolazioni fiscali relative anche ad interventi organizzativi, accezione ampia, che può comprendere anche l’organizzazione di spazi di lavoro.

Proprio sugli spazi di lavoro si è concentrata la riflessione di Maria Rosa Ambrosio, della società Camaleonte. “Oggi – ha sottolineato – i luoghi di lavoro non si sviluppano più intorno agli “strumenti”, ma intorno alle persone, alle loro menti, alla conoscenza ed alla comunicazione. Nell’ufficio chiuso la socialità e la creatività declinano, blindare la flessibilità degli spazi dei luoghi di lavoro equivale a esercitare controllo e rigidità, ma può creare i presupposti per avere intorno a noi persone altrettanto rigide e chiuse. Al contrario diverse aziende hanno ritrovato spinta innovativa e creativa partendo dall’analisi e dalla rivisitazione dei luoghi di lavoro”.

Può quindi risultare utile progettare spazi aperti, condivisi, meno gerarchici, ma allora, ha avvertito l’esperta, è fondamentale poter disporre di vie di fuga, aree relax e decompressione. “Non sempre – ha avvertito – servono mobili costosi, le cassettiere, per esempio, sono generalmente care ma inutili. I cambiamenti però devono essere condivisi, altrimenti anche l’intervento più raffinato verrà demolito dai dipendenti”.

Rossana Pecchi

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