• Abbonati
L'intervento - 1

Bellini, Confindustria: “Ilva, si è agito d’istinto senza cultura industriale”

Marco Bellini, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, spiega perché è sbagliato chiudere l'acciaieria Ilva di Taranto per adeguare l'impianto.

La vicenda dell’Ilva di Taranto con gli ultimi sviluppi dimostra come in Italia ci sia la volontà di distruggere l’industria. Non vorrei soffermarmi però solamente sull’importanza di un’industria come l’Ilva e sulla necessità di tutelare la salute delle persone di Taranto, vorrei che fosse ben chiaro come l’intero problema sia stato approcciato senza una visione e una cultura industriale. Si è agito d’istinto, mentre si poteva intervenire in modo più razionale, creando un piano di azione che fosse coerente con la politica industriale”.

È il commento di Marco Bellini, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, amministratore delegato dell’azienda di famiglia la Bellini Spa di Zanica, uno dei primi cinque produttori italiani di lubrificanti industriali.

L’imprenditore ammette di “essere dispiaciuto che questa mancanza di cultura industriale avvenga nelle istituzioni, mentre gli operai, i sindacati sono favorevoli alla difesa del lavoro in un momento così difficile per l’economia”.

Bellini rammenta come anche sul territorio bergamasco ci siano casi in cui i lavoratori hanno scritto al Governo per difendere il lavoro. “Siamo di fronte a una situazione insolita – aggiunge il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria –: gli operai chiedono di difendere gli interessi degli imprenditori per tutelare loro stessi e il ruolo sociale dell’impresa. Un cambio di mentalità confermato anche dalla recente lettera dei sindacati bergamaschi alla Regione Lombardia perché intervenga con politiche incentivanti per le imprese”.

Per Bellini è necessario comprendere e difendere il ruolo sociale dell’impresa: “Questa visione industriale c’è solamente da parte del governo centrale, ma manca nelle istituzioni periferiche”.

Da chimico, da industriale e da attento ambientalista Marco Bellini evidenzia come in tutta la vicenda Ilva delle ultime settimane sia mancato un piano B. “Stupisce che prima di intervenire così pesantemente con il sequestro e con la volontà di chiudere gli impianti non si sia pensato ad un piano B, ovvero ad un piano per la riqualificazione che permettesse allo stesso tempo all’azienda di produrre – conclude Bellini –. Sarebbero bastate poche settimane per stendere un progetto, i fondi erano già stati accantonati per intervenire e sanare la situazione. Si doveva e si deve intervenire per riqualificare, ma non fermare la vita e l’attività dell’acciaieria”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl
L'intervista
Uliano: “Sequestro Ilva una doccia fredda per l’economia italiana”
L'impianto Ilva di Taranto
Lavoro e ambiente
Colpo di scena a Taranto Il Gip: “l’Ilva va chiusa prima si risani la fabbrica”
Ilva di Taranto
La polemica
Chicco Testa pro Ilva “Morti anche sulle strade sequestriamole”. E’ bufera
Edo Ronchi, già Ministro dell'Ambiente
L'intervento - 2
L’ambientalista Ronchi: “Ilva, si rispetti la Legge e si adeguino gli impianti”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI