Orio al Serio guarda ancora ad e Est? Nel difficile quadro economico del 2012 le strategie di dominazione dei cieli italiani sembrano essere passate in secondo piano. Sea è alle prese con il tira e molla tra il fondo di Vito Gamberale, Provincia e Comune sul piano di gestione delle quote societarie. Le amministrazioni pubbliche sono state costrette a stoppare lo scambio con Serravalle a causa della diffida presentata dal danaroso fondo F2i di Gamberale.
E Orio? Sta sempre a guardare, in attesa che il mercato riveli quale strada sia meglio seguire. Se gli occhi siano puntati a Ovest o a Est non è ancora chiaro, la certezza è che il presidente Miro Radici si sente nella condizione di poter scegliere da che parte puntare per un ulteriore crescita dello scalo nel panorama nazionale e internazionale. In questo complesso scacchiere tutto da decifrare arriva la notizia della guerra aperta tra Ryanair, compagnia di punta di Orio, e l’aeroporto Catullo di Verona, possibile alleato a Est con Sacbo. Lo scalo veneto ha appena approvato un disastroso bilancio 2011: meno 26 milioni di euro di cui addirittura un terzo sarebbe da attribuire al contratto di incentivazione stipulato dalla passata gestione. A Verona infatti i voli della compagnia irlandese vengono incentivati con cifre attorno ai 16/17 euro al contrario dei 4/5 degli altri aeroporti. Il dialogo tra le due parti non ha sortito effetto e lo stop forzato ai voli imposto a partire da lunedì 6 agosto ha scatenato la reazione di Ryanair che si è affidata al Tribunale amministrativo. Il Tar ha deciso di rimandare tutto a settembre. Quanto potrà pesare questa guerra nello scenario futuro di Sacbo? Ryanair permetterà allo scalo bergamasco di stringere ancor più accordi con Catullo? A queste domande il presidente Miro Radici e i suoi consiglieri di amministrazione dovranno trovare le risposte. L’obbiettivo, sempre e comunque, è rimanere competitivi sul mercato.
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