di Luciano Passirani
Italia-Germania non è mai stata solo e una semplice partita di calcio. Dietro c’è la storia di due popoli dalle culture diverse, due nazioni che sono state nel corso della storia sempre diffidenti l’una dell’altra. La partita di giovedì sera sul campo non è stata nient’altro che la sintesi di tutto questo. Alla fine in finale ci va meritatamente l’Italia, la fantasia azzurra ancora una volta ha avuto ragione dei panzer tedeschi.
Prandelli prima della sfida aveva espresso concetti che volevano creare intorno al gruppo il giusto ottimismo, del tipo: “Non esistono squadre imbattibili, anche le migliori concedono qualcosa” – “Dobbiamo fare la partita sulle debolezze dei nostri avversari” – “Servirà il coraggio di rischiare, preferisco prendere il gol in contropiede, che farmi chiudere davanti all’area di Buffon.” Solo di fronte all’ultima affermazione prendiamo le distanze, perché Prandelli pragmatico ed essenziale ha disposto una squadra chiusa, ma pronta a ripartire.
La partita doveva farla la Germania data per favorita, ma gli spazi che si aprivano erano autostrade per tipi come Cassano e Balotelli. Peccato che Di Natale non sia stato il vero Di Natale, mancando il gol che avrebbe chiuso in anticipo la partita. L’unico brivido che poi ci ha regalato un paio di minuti di sofferenza nel finale è stato causato dall’arbitro, pur fino a quel momento perfetto, che in tempo di recupero ha inventato un rigore per i tedeschi non vedendo un fallo di Klose su Balzaretti.
Ripensando a questa Nazionale temo sia la meno forte degli ultimi 10 anni, ma probabilmente è guidata da un uomo pratico e realista, conscio di non avere grandi campioni e nemmeno una grande rosa a disposizione. Prandelli non fa difesa ad oltranza, ma ha scelto il miglior centrocampo perché nessuno ha l’immenso Pirlo in coppia con De Rossi, oltre a Montolivo e Marchisio, sempre pronti al sacrificio per proteggere la difesa.
La distanza, e ancor più l’attuale situazione economica del nostro paese, aveva favorito il tifo tedesco a Varsavia, assai più numeroso del nostro . Ma alla fine mai come ieri sera di fatto è echeggiata di nuovo moderna l’ode patriottica Marzo 1821, nella quale tale Alessandro Manzoni, incitava al riscatto delle genti italiche con “quel Dio che è Padre di tutte le genti, che non disse al Germano giammai va, raccogli ove arato non hai : spiega l’ugne l’Italia ti do”. E ancora una volta contro la Germania è stata solo Italia, e che domenica andrà a giocarsi la coppa con la Spagna.
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