di Luciano Passirani
Quasi impensabile, perché essere arrivati ai quarti di finale in questo momento del nostro calcio era già una vittoria. E non parlo solo di scommesse e di partite combinate, mi riferisco alla mediocrità tutta italica dei nostri ragazzi, del nostro calcio, delle nostre strutture attuali. Invece andiamo in semifinale con merito, perché contro gli Inglesi il nostro dominio è stato assoluto e arrivare alla lotteria dei rigori già era una beffa, che non si è trasformata in tale perché ci abbiamo creduto fino alla fine, anche se le troppe occasioni mancate durante i minuti regolamentari avrebbero demoralizzato chiunque.
Prandelli ha schierato una squadra molto più Inglese degli avversari, rinunciando fin dall’inizio agli acciaccati e a chi non corre come Thiago Motta. Perché l’Inghilterra devi cominciare a batterla sul piano della corsa, e così è stato dall’inizio alla fine. Hodgson al contrario ha giocato all’italiana, cioè nell’unico modo che un’Inghilterra mediocre ed inferiore poteva permettersi, puntando a fare passare il tempo. Un’utopia perdente fin dall’inizio, sperare addirittura nei calci di rigore, con undici giocatori quasi sempre dietro la linea della palla. Ed in Europa così non vai lontano, anche se ai rigori dopo l’errore di Montolivo qualche dubbio mi era sorto.
Bravi gli azzurri a non concedere mai una ripartenza agli avversari, tanto che Rooney ha finito per giocare palle inutili, mai sostenuto dai compagni di reparto. Gerrard di fronte a Pirlo è sembrato la brutta copia del giocatore ammirato altre volte. Gli altri non possono pensare di potere figurare in una competizione europea perché l’Inghilterra non ha più fuoriclasse, non esprime giovani al di sopra della mediocrità perchè le squadre che vanno per la maggiore in Premier sono imbottite di stranieri. Un avvertimento anche per il nostro calcio, giusto importare stranieri come Thiago Silva, Sneijder ed Eto’o, ma cominciamo a tralasciare tanti mediocri stranieri che anche nelle nostre squadre impediscono ai giovani di dimostrare il loro vero valore. Ricordiamo che persi i Totti e i Del Piero, piuttosto che i Nesta e Maldini, dobbiamo sopravvivere con De Rossi riportato stabilmente in mezzo al campo, mentre Buffon e Pirlo non sono più giovanissimi. In avanti ogni partita trepidiamo per Cassano e Balotelli, la cui maturazione però è ancor più volatile del nostro spread sui titoli di stato, mentre l’alternativa rimane l’ultratrentenne Di Natale.
La Nazionale che raggiunge la semifinale è figlia delle scelte ponderate di un Prandelli realista e concreto nello scovare quello che oggi offre il nostro calcio, e ciò basta per dimostrare la nostra superiorità nei confronti del calcio Inglese. Non a caso Mancini, Capello e nel passato perfino il commentatore televisivo Vialli, hanno vinto guidando club inglesi, senza dimenticare lo stesso Zola e buon ultimo l’Italianissimo Di Matteo. Credo che Prandelli giovedì contro la Germania potrebbe rispolverare il caro vecchio gioco all’Italiana, per controllare la prevedibile superiorità tedesca, sapendo che dietro non sono irresistibili e in contropiede se Balotelli aggiusterà la mira la finale non è un’utopia. Anche se essere tra le prime quattro in Europa è comunque un grande risultato.
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