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O la borsa o la vita

Noi, cicale, costrette a fare le formiche Per colpa di chi?

Ci hanno ripetutamente spiegato che la crisi del 2008 era colpa dei crediti facili americani, ma oltre Oceano dal 2009 le cose vanno molto meglio. Le prospettive economiche restano pessime sulle sponde del Mediterraneo dove la congiuntura peggiora.

di J. T.

E’ frequente che ci si domandi perché dal 2008 ed ancor più dall’estate scorsa le nostre prospettive economiche siano cambiate così in profondità e di fatto siano crollate le attese positive.

Ci hanno ripetutamente spiegato che è colpa dei crediti facili americani, ma oltre oceano dal 2009 le cose vanno molto meglio; le prospettive economiche restano pessime sulle sponde del Mediterraneo dove la congiuntura peggiora.

Per l’Italia la risposta potrebbe essere relativamente semplice. Quando approdammo all’unione monetaria europea nel 1999 il debito estero netto (crediti meno debiti) era contenuto nel 5% circa del Pil: creditori e debitori di noi stessi in patria, la nostra situazione finanziaria poteva dirsi di tutto riposo ed infatti lo ‘spread’ fra i Btp decennali e i Bund tedeschi era nell’ordine dello 0,6% (oggi oltre il 4%).

Abbattute le barriere del cambio nel 2002, con l’arrivo dell’euro i flussi finanziari esteri si sono fatti più intensi ed hanno consentito a Stato e Banche di indebitarsi con più facilità. I picchi di debito bancario si sono raggiunti nel 2007, quelli dello Stato a cavallo nel 2011: a giugno del 2011 il debito netto verso l’estero era circa 5 volte quello del Gennaio 2002, a dire 410 miliardi di euro contro 73.

In rapporto al Pil il debito netto estero dell’Italia è circa il 25% contro il 10% del debito francese mentre la Germania non ha debito netto ma un credito netto del 30%.

Con la necessità di indebitarci all’estero siamo entrati nel circuito finanziario internazionale fatto di regole strette e di rating, che sono pagelle in chiave creditizia.

Il debito contratto all’estero è stato dilapidato all’interno col finanziamento di disavanzi pubblici crescenti, figli di spesa improduttiva e di scelte di politica economica sempre rinviate; il sistema bancario ha fatto la sua parte esagerando nei prestiti alla speculazione ed all’edilizia.

Nel 2008 il mondo della finanza e del credito internazionale sono diventati selettivi ed hanno preso le misure ai debitori più esposti, noi fra quelli.

Ai primi del luglio 2011, sulle notizie di possibili nuove recessioni in Europa e quindi di ulteriori ostacoli ad un rimborso ordinato dei debiti in essere, è iniziato il deflusso di capitali dall’ Italia con situazione critica culminata nel ‘novembre nero’.

Ha concorso ad accelerare il deflusso dei fondi esteri, peraltro accompagnata da capitali italiani in uscita, la presa di coscienza che i Paesi europei forti non avrebbero aperto paracadute comunitario sui debiti dei paesi ‘allegri’: la formica non garantisce la cicala.

Questo è il nocciolo del problema. Per far fronte alla diminuzione degli investimenti dall’estero l’Italia può opporre attualmente l’aumento delle tasse e la diminuzione dei consumi, come da copione.

Per i più interessati fornisco alcuni dati sulla consistenza dei debiti esteri a date diverse: non è difficile attribuire responsabilità politiche questo sconquasso.

                                       Pubbliche amministrazioni                          banche                   saldo (*)

 

1/1/1998                                   -263                                                   – 74                         – 50

01/01/2002                                -438                                                   -202                        – 73

01/01/2007                                -655                                                   -332                        -331

30/06/2008                                -662                                                   -362                        -394

30/06/2011                                -775                                                   -349                        -409

31/12/2011                                -620                                                   -235                        -325

                                                                             

* = Debito estero in mld di euro 

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