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Il caso

Yara, Belotti invia petizione senza le parole a rischio

La lettera per chiedere la sostituzione o l'affiancamento del pm Ruggeri sulle indagini per l'omicidio della ragazza spedita al ministro, al Csm e al procuratore generale di Brescia, senza la frase che potrebbe essere oggetto di querela da parte del magistrato.

Daniele Belotti ha spedito la sua lettera – petizione con cui chiede la sostituzione, o l’affiancamento con altro collega, del pubblico ministero Letizia Ruggeri nelle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. La missiva è stata inviata al ministro della Giustizia Paola Severino, al Presidente del Csm, al Procuratore generale della Corte d’Appello di Brescia e al Procuratore aggiunto di Bergamo
“Il documento – precisa Daniele Belotti – nonostante le decine di adesioni da parte di rappresentanti di enti istituzionali e gli innumerevoli messaggi di sostegno da parte di comuni cittadini di tutta Italia, è stato inviato solo con la firma del sottoscritto e questo proprio per evitare ad altri il rischio di vedersi coinvolti nella querela che, da notizie di stampa, la dottoressa Ruggeri sembra abbia presentato o abbia intenzione di presentare”.
“Al riguardo – prosegue l’assessore regionale Belotti – mi preme precisare che il testo spedito oggi non contiene l’inciso che sarebbe eventuale oggetto della querela, parole che ammetto essere state infelici e fuori luogo, dettate unicamente dalla grande delusione ed amarezza del momento in cui avevo saputo che la richiesta di accesso agli atti presentata dal legale della famiglia Gambirasio era stata respinta quasi immediatamente e con la sola motivazione del segreto istruttorio.”
“Ho appreso con favore dalla stampa che la dottoressa Ruggeri qualche giorno fa ha convocato i genitori di Yara, immagino, per dare loro, qualche spiegazione. Ed è proprio questo tipo di disponibilità, anche e soprattutto umana, che probabilmente è mancata precedentemente nella comunicazione del diniego all’accesso agli atti e che ha causato profonda amarezza in me e in tantissimi altri cittadini che mi hanno scritto, sottolineandolo nelle loro e-mail”.
“Come ho già avuto modo di precisare, ribadisco ancora una volta che quelle parole “infelici” presenti nella prima versione della versione della lettera sono state dettate dall’emozione del momento ed erano circoscritte alla circostanza specifica e a quell’episodio, non certamente alla persona della dottoressa Ruggeri, che peraltro non conosco”.
“Spero sinceramente – conclude Daniele Belotti – che la Procura, per la risoluzione di un caso che ha colpito tutti i bergamaschi e tutti gli italiani, possa mettere in campo il meglio delle risorse tecniche e umane a sua disposizione perché l’unica cosa importante è che il colpevole di questo grave delitto possa essere al più presto individuato ed assicurato alla giustizia. E, se sarà proprio la Dott.ssa Ruggeri ad ottenere questo risultato, sarò tra i primi a complimentarmi con lei e ad ammettere di essermi sbagliato”.

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