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Uccisa dal padre, ecco il libro su Hina

Aveva un fidanzato di Costa Volpino e parenti a Sarnico. "Questa ?? la mia vita" ?? la storia della ragazza pachistana uccisa nel 2006 dal padre e altri parenti.

E’ finalmente in libreria "Hina, questa è la mia vita", il libro che racconta la storia e riporta molte parole e testimonianze di Hina Saleem, 21 anni, uccisa nell’agosto del 2006 nell’abitazione di famiglia di Sarezzo (Brescia), dal padre e molto probabilmente da due cognati e dallo zio, proprietario di un kebab a Sarnico, dove si estesero le ricerche e le indagini. Hina Saleem, balzata drammaticamente alle cronache nazionali e internazionali, aveva una sola colpa: voleva più libertà, non abbassava il capo di fronte alla dottrina musulmana e ai suoi riti, alle sue imposizioni nella vita di tutti i giorni. Indossare i jeans a vita bassa era una delle sue colpe. Il padre, in concorso con altri parenti le cui responsabilità devono ancora essere accertate con precisione, le sferrò o le fece sferrare venti coltellate, prima di procedere al seppellimento nel giardino di casa.
Hina è diventata un simbolo, per molte donne, ma non solo. Un simbolo anche per il dialogo tra fedi e tradizioni culturali diverse. Giommaria Monti e Marco Ventura hanno scritto un libro su di lei, che contiene passaggi toccanti presi dai diari di Hina. Il volume è pubblicato da Piemme Edizioni. Eccone un passo, con parole di Hina:

"Io sono una persona molto sensibile e sentimentale. Mi piacciono i tramonti. Quando si è molto tristi, si amano i tramonti. E sono una che se mi viene da piangere, piango.All’inizio frequentavo i miei amici a Brescia, ed ero un po’ gelosa perché non potevo fare tutte le cose che facevano le mie amiche: andare fuori a divertirsi, scherzare, ridere. Io volevo finire la scuola e farmi la mia vita. Ma per i miei genitori, che seguono le tradizioni pachistane, la scuola e il lavoro non sono cose importanti. Per loro una ragazza dovrebbe occuparsi della casa e dei fratelli.Ho sentito che la mia mamma diceva a mio papà: «Io convincerò Hina ad andare in Pakistan e se non vorrà inventiamo un piano tutti insieme».Ma non so quale. So solo che mi faranno del male. Perciò fate presto, portatemi via da questo inferno, perché prima o poi il mio papà qualcosa me lo fa.Hina Saleem ha avuto una sola colpa: voler vivere la sua vita di ragazza, rifiutando il ruolo subalterno che il rigore della tradizione pachistana impone alle donne.Una storia vera, tragicamente vera. Intensa come un romanzo.E così è raccontata: dalle pagine del suo diario, ai documenti, alle testimonianze di chi l’ha conosciuta.La storia di una ragazza coraggiosa che ha deciso di prendere in mano la propria vita. A qualunque costo".

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