Le segnalazioni arrivano, non mancano di certo, ma non portano davvero a nulla. Almeno per ora. Gli inquirenti hanno molti dubbi sulle parole di un immigrato boliviano che li ha contattati parlando della presenza di Yara Gambirasio a Bruntino di Villa d’Almè nella mattinata del 27 novembre.
La ragazza, secondo il testimone, era nella via poco dopo la chiesa di Bruntino e stava scrivendo su un muretto. Un messaggio d’amore: "Solo tu per me". Una circostanza che non sembra affatto corrispondere con il profilo di Yara che è stato tracciato dai familiari, dagli amici, dalla scuola delle Orsoline, dalle compagne di ginnastica ritmica. Una ragazza riservata, troppo piccola e non certo avvezza a fughe d’amore. L’impressione è che il testimone di Bruntino abbia visto un’altra persona che scriveva su un muretto. Ma non è escluso che la procura possa disporre una perizia calligrafica per capire se quella scritta può essere compatibile con la scrittura di Yara.
Non è assolutamente coinvolto dall’inchiesta, invece, Enrico Tironi, che è stato riascoltato a titolo di persona informata sui fatti, dal pubblico ministero Letizia Ruggeri, nel pomeriggio di ieri, 2 dicembre. Il giovane è tornato sui suoi passi. Non ha smentito di aver visto una giovane donna vicino a due uomini in piedi vicino ad una Citroen rossa con le quattro frecce. Anzi, ha confermato. Ha ritrattato sul fatto che quella donna poteva essere Yara.
Intanto le ricerche continuano. Gli inquirenti continuano a battere su via Marconi, la strada che porta dalla zona industriale di Brembate Sopra a Mapello e al cantiere del centro commerciale.
A Mapello è stato trovato nella tarda mattinata del 3 dicembre un giubbino nero, simile a quello indossato da Yara. Il giubbetto è stato indicato da una donna che ha visto qualcuno gettare un sacchetto da un’auto sul nuovo tratto dell’Asse interurbano. I carabinieri sono andati sul posto. L’indumento risulta troppo grande per poter essere di Yara.
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