L’Arcigay di Bergamo non compare tra le associazioni aderenti al Gay Pride di Treviglio. L’evento clou, ovvero il corteo per le vie della città della Bassa, è fissato per sabato 3 luglio, ma l’Arcigay non ci sarà.
“E’ un Pride per il quale si sta puntando molto sulla forma, sulla necessità di sfilare in modo sobrio, tutti in silenzio, con pochi colori e senza musica – spiega Luca Pandini, presidente Arcigay Bergamo (primo a sinistra nella foto) -. L’idea degli organizzatori dell’evento di Treviglio è che gli omosessuali o i transessuali che sfilano scollacciati e divertiti possano avere un effetto negativo sulla cittadinanza e sull’opinione pubblica. E’ un’idea perdente e la battaglia per far sfilare tutti in modo sobrio è una battaglia perdente. La verità è che non siamo discriminati per come ci vestiamo, ma per quel che siamo: gay. I diritti vanno dati alle persone, non alla forma. L’idea sbagliata è che un transessuale scollacciato per le vie di Treviglio non favorirebbe il dialogo verso l’esterno: in televisione c’è pieno di volgarità, in molte sfilate folcloristiche non omosessuali c’è pieno di persone seminude e dunque non è questo il problema del mondo omosessuale”.
L’Arcigay di Bergamo aderirà quindi al gay pride fissato a Roma per il 3 luglio, non a quello di Treviglio. Anche per un altro motivo, spiega Pandini: “Il Pride di Treviglio prevede che vi sia l’adesione al manifesto politico stilato dagli organizzatori e che non vi sia la possibilità di portare le nostre posizioni autonome. Una maggiore apertura non sarebbe guastata. Rivendichiamo comunque il diritto che una manifestazione così avvenga a Treviglio e prendiamo atto che all’interno del movimento omosessuale vi sono forme di idee differenti. Apprezzeremmo comunque un eventuale successo dell’evento trevigliese”.
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