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La polemica

Amadeo: “Appartamenti venduti con procedure corrette”

I Verdi e Rifondazione hanno sollevato il caso: l'azienda ospedaliera bolognini ha venduto appartamenti nel 2006 alla moglie del direttore generale e al fratello del direttore tecnico. Ma lo stesso direttore generale Amadeo replica: "Tutto si ?? svolto nella massima trasparenza, non ho nient'altro da spiegare. Con le alienazioni abbiamo recuperato molte risorse per le nostre strutture sanitarie".

“Non è giusto infangare a fini politici procedure che si sono svolte nella piena correttezza istituzionale”: il direttore generale dell’azienda ospedaliera Bolognini Amedeo Amadeo replica alle accuse e ai dati di fatto sollevati dai consiglieri regionali Marcello Saponaro, dei Verdi, e Mario Agostinelli, di Rifondazione, che in una conferenza stampa hanno reso pubblici particolari sulla vendita di alcuni immobili dell’azienda ospedaliera: tre appartamenti, di cui due con box, acquistati rispettivamente da Luciana Mazzucconi, moglie di Amadeo, e da Franco Mauri, fratello del direttore tecnico dell’ospedale Renato (nella foto Amadeo e l’avvocato Marco Zambelli).
In conferenza stampa, dopo aver dato spazio alle spiegazioni tecnico-giuridiche dell’avvocato Marco Zambelli, Amadeo ha commentato: “L’asta pubblica di alienazione dei tre appartamenti e dei due box si era svolta nella massima trasparenza, è inutile polemizzare a fini politici. Le procedure sono state sempre corrette, perché qui la trasparenza è uno strumento e anche un obiettivo. Credo che sollevare adesso un polverone su questa vicenda che risale al 2006 sia davvero poco opportuno. Del resto è una vicenda che fa il paio con gli attacchi sull’ospedale di Piario, sempre portati avanti dagli stessi due consiglieri regionali”.
Correttezza istituzionale, legale e amministrativa, quindi, per vendere gli appartamenti di via Nino Bixio 2, a Bergamo. “Così come c’è stata correttezza per una serie importante di immobili da quando sono direttore generale – ribadisce Amadeo -. Tutte alienazioni che sono servite per recuperare risorse ai fini della manutenzione, dell’ampliamento degli ospedali, dell’acquisto di moderne tecnologie mediche”. Ma al di là della legalità, all’obiezione sull’opportunità di lasciar partecipare ad un’asta pubblica la moglie, Amadeo ha ribadito ancora: “L’importante è che tutto si sia svolto nella massima correttezza e trasparenza”.
Un punto chiarito in apertura di conferenza stampa dall’avvocato Zambelli, dello studio Zilioli di Bergamo:
“Le qualifiche soggettive dei soggetti aggiudicatari degli immobili di via Bixio sono del tutto irrilevanti a livello giuridico. L’alienazione rispondeva e risponde alla necessità di recuperare risorse per ammodernare le strutture sanitarie. Prima dell’aggiudicazione, inoltre, le alienazioni sono state autorizzate dalla competente direzione generale della Regione Lombardia. Poi c’è stata l’asta tramite pubblico incanto e offerte segrete. I prezzi a base d’asta sono peraltro stati indicati dall’Agenzia del territorio e da parte degli aggiudicatari c’è stato un rialzo percentuale rispetto alla base”.
Sarebbe bastata, in termini di legge, la stima del valore degli immobili da parte dell’ingegner Renato Mauri, direttore tecnico dell’azienda ospedaliera, che aveva messo nero su bianco il valore di 258 mila euro, poi ritoccato a 355 mila dall’Agenzia del Territorio. “C’è stato comunque il passaggio all’Agenzia del territorio per garantire ulteriore trasparenza” ha concluso l’avvocato, dopo la puntualizzazione di Renato Mauri (nella foto sopra): “Credo che un’asta precedente indetta dall’Asl, prima che la proprietà degli appartamenti passasse alla Bolognini, fosse andata male”.
 

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