“Spezziamo il pane eucaristico, spezziamo il pane della mensa, spezziamo a metà una nostra mensilità donandola alle famiglie”. Monsignor Francesco Beschi, da poco meno di un mese vescovo di Bergamo, sceglie la messa del Giovedì Santo per coinvolgere i circa 1400 sacerdoti orobici in una gara di solidarietà con quanti stanno pagando duramente gli effetti della crisi economica. Le modalità esatte saranno meglio precisate nei prossimi giorni, ma fin d’ora c’è un’indicazione chiara. Mezzo stipendio di ciascuno per costituire un fondo di aiuti a disoccupati e cassaintegrati. E’ molto probabile che questi soldi andranno ad aggiungersi ai 300 mila euro già stanziati dal predecessore di Beschi, monsignor Roberto Amadei. “E’ un invito fraterno e sentito perché la solidarietà che promuoviamo – ha detto nel corso dell’omelia il presule – ci veda concretamente protagonisti ed eucaristicamente veri”.
Nelle stesse ore, una iniziativa di sostegno alle famiglie in difficoltà veniva lanciata anche dal vescovo di Como, monsignor Diego Coletti. “Voglio rivolgermi ai miei fratelli del presbiterio diocesano, proponendo loro un gesto molto semplice e insieme impegnativo, che con semplicità e umiltà vorremmo offrire, come è stato fatto anche in altre diocesi, alla considerazione di tutti e all’esempio per tutti”. Di qui la proposta, evidentemente concordata a livello lombardo: “Vorrei che ciascuno scegliesse liberamente di rinunciare ad una somma corrispondente ad un mese della propria remunerazione per far confluire queste risorse nel fondo diocesano. La scelta è ovviamente lasciata alla libera considerazione e determinazione di ciascuno”. Con una postilla tutt’altro che scontata da parte di monsignor Coletti: “Il vescovo da parte sua la farà”.
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